“Non esiste un’opera d’arte performativa poiché non esiste un’opera d’arte non performativa”
– Dorothea von Hantelmann
La performatività, la riappropriazione dello spazio pubblico, il dètourmanet, il racconto, lo storytelling e l’attivazione dell’opera attraverso il corpo sono le tematiche che ricorrono in questo numero di Flash Art. Una serie di focus sulla ricerca di artisti italiani e internazionali riflettono l’odierno mutamento
del paradigma performativo, che vede attuato il libero sconfinamento di pratiche e linguaggi.
In Primo Piano:
Eva Marisaldi racconta le “Trasformazioni silenziose” ritratte in venticinque anni
di ricerca intervista di Marinella Paderni
Tra astrazione eccentrica e Anti-form, Keith Sonnier discute della processualità dell’intervento plastico intervista di Lara Conte
Roberto Casti in Diventare qualcun altro riflette sulla musica come incontro
e messa in scena intervista di Enrico Boccioletti
Alex Cecchetti: So molto bene che una storia è un oggetto; Appena sei un pesce capisci subito due o tre cose; Tamam Shud di Barbara Meneghel, Lucia Pietroiusti, Alex Cecchetti
Artista, poeta e coreografo, Cecchetti si è distinto per la produzione di performance partecipative che richiedono allo spettatore una cieca immersione. A raccontare la pratica dell’artista sono Barbara Meneghel, che si focalizza sull’oralità e lo storytelling all’interno della sua pratica, e Lucia Pietroiusti, la quale descrive il processo di trasformazione a cui sono sottoposti i lavori, che spesso contengono una carica erotica palpitante e allo stesso tempo giocosa. Cecchetti ha inoltre contribuito a “Cahier d’artiste” – la nuova sezione dedicata agli scritti d’artista – con la prima pubblicazione in italiano di alcuni capitoli di Tamam Shud (SternbergPress, Berlino 2018).
Petrit Halilaj: I luogi utopici; Shkrepëtima! di Vincenzo Latronico, Leonardo Bigazzi, Petrit Halilaj
La storia – personale e collettiva, individuale e politica, immaginata e reale – è il detonatore della ricerca di Halilaj. Le sue performance sono atti di riappropriazione e riconciliazione con una memoria ancora non del tutto elaborata. Vincenzo Latronico analizza l’utilizzo dell’immaginazione e dell’utopia all’interno di un percorso cronologico; Leonardo Bigazzi si focalizza su Shkrepëtima!, l’ultimo progetto commissionato in occasione della seconda edizione del Mario Merz Prize che prosegue l’indagine dell’artista sulle radici storiche di Runik in Kosovo. Halilaj ha inoltre contribuito a “Cahier d’artiste” con la prima pubblicazione in italiano del libretto dell’opera in tre atti Shkrepëtima presentata presso la Casa della Cultura di Runik.
Il femminismo no-global di Elena Ferrante. Un approfondimento sul corpo femminile e il “pensiero della presenza”
di Elisa Sotgiu
Goran Trbuljak, Nomen Omen? Verso la dissoluzione dell’identità dell’autore
di Sara De Chiara
Enfarte di Francesca Alinovi
Pubblicato originariamente in Flash Art Edizione Italiana 115 estate 1983
Flash Art inoltre è lieto di annunciare la media partnership con Arte Fiera Bologna 2019. Per l’occasione su questo numero è pubblicato uno speciale dedicato alla fiera: Gea Politi dialoga con Simone Menegoi sulla visione e sui cambiamenti radicali della nuova edizione; un approccio curatoriale e selettivo che guarda al territorio, alla sua storia, alla dimensione italiana. Giancarlo Politi riavvolge il passato della Fiera, iniziato nel 1974, in dialogo con Marcello Jori, ricordando gli anni della “Settimana Internazionale della Performance”.
Letture:
Marco Scotini (a cura di), Ugo La Pietra, Archive Books, Berlino 2017;
Hito Steyerl, Duty Free Art, Johan & Levi, Monza (MB) 2018
Recensioni:
Alfredo Jaar da Lia Rumma, Milano; Cally Spooner da Zero…, Milano; Peter Shire alla Galleria Post Design, Milano; Mario Merz ad Hangar Bicocca, Milano; Brice Dellsperger da Marsèlleria, Milano; Nathalie Djurberg & Hans Berg al Mart, Rovereto; Nalini Malani al Castello Di Rivoli, Torino; Zheng Bo al PAV, Torino; Marcello Maloberti al Centro Pecci, Prato; Nari Ward a Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno (PI); Apparatus 22 da Galleriapiù, Bologna; Phoebe Unwin alla Collezione Maramotti, Reggio Emilia; Alessandro Roma da z20 Sara Zanin, Roma; Sarah Sze da Gagosian, Roma; Mimmo Rotella alla Galleria Nazionale, Roma; Jota Castro da Umberto di Marino, Napoli; François-Xavier Gbré al MAN, Nuoro.