In questo numero, lo scrittore e filosofo Federico Campagna, in una conversazione sorprendente con Andrea Bellini sulla fine del mondo, spiega che “un mondo, un cosmo, non è una cosa naturale, ma è una ‘storia verosimile’ della realtà” e che ogni narrazione cosmologica esaurisce il suo ciclo narrativo e arriva alla fine”. Secondo Campagna, ognuno di noi attraversa diverse “fini del mondo”. Stiamo assistendo a una serie di apocalissi storiche, più o meno soggettive, e la nostra permanenza su questo pianeta si avvicina alla fine esistenziale a causa di una serie di processi potenzialmente irreversibili già in corso. Partendo da queste riflessioni abbiamo intitolato il numero "Apocalissi culturali".
Leggi tuttoIn questo numero, lo scrittore e filosofo Federico Campagna, in una conversazione sorprendente con Andrea Bellini sulla fine del mondo, spiega che “un mondo, un cosmo, non è una cosa naturale, ma è una ‘storia verosimile’ della realtà” e che ogni narrazione cosmologica esaurisce il suo ciclo narrativo e arriva alla fine”. Secondo Campagna, ognuno di noi attraversa diverse “fini del mondo”. Stiamo assistendo a una serie di apocalissi storiche, più o meno soggettive, e la nostra permanenza su questo pianeta si avvicina alla fine esistenziale a causa di una serie di processi potenzialmente irreversibili già in corso. Partendo da queste riflessioni abbiamo intitolato il numero "Apocalissi culturali".
Le cover stories di questa stagione affrontano, con diversi linguaggi, transizioni culturali che interessano le produzioni artistiche attuali: Caterina De Nicola in conversazione con Attilia Fattori Franchini affronta la condizione post-estetica dell’immagine e come le strutture sociali impattano su quest’ultima; Ilaria Gianni analizza il lavoro di Lorenza Longhi attraverso il concetto di rovina, inquadrandolo come pensiero di resistenza alle strutture che ci circondano; e le tavole di Flaminia Veronesi, realizzate appositamente per il numero, rivelano un immaginario apocalittico intersezionale.