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Game Changers

Michele Ciavarella
Game Changers
La moda tra due secoli

Prefazione di Emanuele Coccia
Postfazione di Simone Marchetti

La moda non è una scienza
esatta, riguarda la sensibilità
e la creatività di chi la fa, e di chi
la guarda. E soprattutto di chi,
la indossa.

— Michele Ciavarella

La moda non è una scienza esatta, riguarda la sensibilità e la creatività. Due caratteristiche che atterrano sul corpo e quindi, non essendo un’arte, la moda deve rispettare il supporto che ricopre che, attraverso essa, diventa uno strumento di comunicazione. E per questo, non attiene al passato né al futuro, ma è imprigionata nel presente in cui nasce. In questi limiti, ci sono persone, che si chiamano stilisti o meglio designer e direttori creativi, che riescono a essere decisivi nel cambiamento. Perché questa è la moda: cambiamento. Del resto il suo nome è un troncamento dell’espressione francese «à la moderne». 

Michele Ciavarella, giornalista, critico di moda, è caporedattore di Style Magazine Corriere della Sera. Ha iniziato a lavorare, molto giovane, al quotidiano il manifesto e nel frattempo si è laureato in Giurisprudenza. Ha lavorato, tra gli altri, anche a Panorama, Amica (settimanale e mensile). Ha scritto saggi collettivi (Total Living, ed. Charta 2002, ed Excess, Charta 2004; Dizionario della moda di Guido Vergani, Baldini Castoldi Dalai 1999) e ha raccolto in un libro tre anni della sua rubrica Manifashion (Amazon, 2017). Ascolta sempre musica, preferibilmente Georg Friedrich Händel e Richard Wagner. 

 

 

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Michele Ciavarella
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La moda tra due secoli

Prefazione di Emanuele Coccia
Postfazione di Simone Marchetti

La moda non è una scienza
esatta, riguarda la sensibilità
e la creatività di chi la fa, e di chi
la guarda. E soprattutto di chi,
la indossa.

— Michele Ciavarella

La moda non è una scienza esatta, riguarda la sensibilità e la creatività. Due caratteristiche che atterrano sul corpo e quindi, non essendo un’arte, la moda deve rispettare il supporto che ricopre che, attraverso essa, diventa uno strumento di comunicazione. E per questo, non attiene al passato né al futuro, ma è imprigionata nel presente in cui nasce. In questi limiti, ci sono persone, che si chiamano stilisti o meglio designer e direttori creativi, che riescono a essere decisivi nel cambiamento. Perché questa è la moda: cambiamento. Del resto il suo nome è un troncamento dell’espressione francese «à la moderne». 

Michele Ciavarella, giornalista, critico di moda, è caporedattore di Style Magazine Corriere della Sera. Ha iniziato a lavorare, molto giovane, al quotidiano il manifesto e nel frattempo si è laureato in Giurisprudenza. Ha lavorato, tra gli altri, anche a Panorama, Amica (settimanale e mensile). Ha scritto saggi collettivi (Total Living, ed. Charta 2002, ed Excess, Charta 2004; Dizionario della moda di Guido Vergani, Baldini Castoldi Dalai 1999) e ha raccolto in un libro tre anni della sua rubrica Manifashion (Amazon, 2017). Ascolta sempre musica, preferibilmente Georg Friedrich Händel e Richard Wagner.